domenica 29 luglio 2012

Le mie migrazioni

Molti hanno definito il mio discorso filosofico come un pluralismo di significati senza un unica direzione di marcia. La mia filosofia è stata chiamata " pensiero nomade", ma anche la mia vita è stata un lungo viaggio. Come lieto messaggero, ho viaggiato per l'Europa...









2 commenti:

  1. Caro Nietzsche, come mai allora, nonostante questa vita vagabonda e questa filosofia che beve a fonti geografiche così distanti, molti parlano di te, soprattutto dopo alcune pagine del libro pubblicato col titolo "La volontà di potenza", come di un teorico della razza pura (teutonica, immagino) e un precursore del razzismo nazista, dal momento che la tua idea di oltreuomo al di là del bene e del male assomiglia sinistramente agli ariani carnefici delle SS?

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    1. Caro Roberto, quel che dici è in parte vero. In volontà di potenza possono leggersi alcuni spunti filo-nazisti, ma quel che devi sapere è che tale opera è stata, a causa delle mie pessime condizioni fisiche, profondamente manipolata da mia sorella. Con il suo intervento ha accentuato e “trasformato” quello che era il mio pensiero iniziale. Nella sua visione Elisabeth ha privilegiato in chiave eroico-mitologica, e soprattutto antisemita, i frammenti riguardanti la dottrina della volontà di potenza e il concetto di oltreuomo. Le sue modifiche sono falsificazioni che forzano solo potenzialità implicite del testo, ma che io non avrei mai scritto. Sono una banalizzazione molto pericolosa di ciò che io ho definito “volontà di potenza”, riducendola ad un dominio del popolo tedesco sulle decadenti sorti europee. Proprio a causa di quella mancanza di “ruminare” delle persone, l’oltreuomo è stato molto superficialmente compreso come il simbolo dell’avvento della nuova razza ariana. Posso dirti anche di più: il culmine di questo stravolgimento del mio pensiero è rappresentato dalla visita nel 1933 che Hitler fece al Niezsche-Archiv, fondato da mia sorella proprio per “gestire” i miei scritti. Del resto accade spesso che il pensiero di un “profeta” venga spesso frainteso… Ma un giorno forse sorgerà davvero l’oltreuomo, “oltre”, non per razza, sesso, lingua o altre caratteristiche biologiche o etniche. L’oltreuomo è colui che accetta la sfida della vita e non chi la disprezza e la distrugge.

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